In presenza di una sintomatologia del corpo che non ha riscontro all’indagine medica è opportuno interrogarsi sulle possibili declinazioni emotive del sintomo.
Allo stesso modo in presenza di una sintomatologia fisica conclamata e diagnosticata è bene poter aprire uno spazio di consapevolezza circa il proprio stato psico-fisico, andando a supportare eventuali terapie in corso, e andando a ristabilire condizioni psico-emotive che permettano una ripresa delle condizioni di salute in modo più integrato.
Il corpo e la mente abitano, con linguaggi diversi, gli stessi confini psico-fisici dell’individuo.
In un'ottica clinica integrata si ascoltano entrambi i linguaggi: verbale e corporeo.
La dimensione affettiva/cognitiva/mentale si esprime a livello verbale e non verbale. Lo stato affettivo è veicolato non solo dalle parole, ma in modo contiguo, dal corpo.
Questo avviene nella quotidianità e nelle relazioni con gli altri in cui si sperimenta il rossore in viso per esempio, quando c'è imbarazzo, o tachicardia per una forte gioia o altro.
Il corpo però contiene e fissa anche qualcosa che attiene al conflitto psichico, al trauma, al disagio non riconosciuto, e lo può mantenere con il passare del tempo, se questo non trova altri canali per potersi esprimere.
Parti più fragili del funzionamento corporeo possono cedere in momenti di particolare stress psico-emotivo per l’individuo.
Si può strutturare così un sintomo fisico che può contenere una verità soggettiva emotivamente rilevante.
All’interno del percorso terapeutico la dimensione verbale e l’ascolto del linguaggio corporeo, oltre al monitoraggio dell’andamento sul piano della sintomatologia fisica sono tenuti co-presenti.
Dott.ssa Francesca Lodigiani
Psicologa Psicoterapeuta a Lodi (LO)